La storia di come è nata PrePay

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Se ci conosci lo sai…

Se sei già un investitore PrePay [se no puoi iscriverti qui] ti sarai già accorto/a che non siamo una piattaforma di crowdfunding come le altre.
Mettiamo sempre gli investitori al centro, paghiamo gli interessi in anticipo, incontriamo e dialoghiamo con tutti i nostri utenti…insomma, nella nostra operatività ci sono tanti aspetti che ci rendono unici. E i nostri investitori apprezzano questa “diversità“.

Forse però nemmeno tu sai che PrePay era GIÀ DIVERSA dalle “solite” startup, ancora prima di iniziare. Se è così, leggi questo articolo, in cui spieghiamo proprio come è nata la nostra piattaforma. Impiegherai solo un paio di minuti e vedrai che ne vale la pena, perchè è una storia curiosa…

Intanto confessiamolo subito, così ci togliamo il fastidio: Non siamo nati in un garage della Silicon Valley, come vorrebbe la tradizione, i nostri fondatori sono startupper seriali abituati a fallire eroicamente, bruciando milioni in attesa di trovare prima o poi l’idea che funziona.

Niente affatto.

I fondatori di PrePay (fra poco te li presenteremo) sono degli imprenditori “old style”, di quelli abituati a far quadrare i conti alla fine dell’anno e che quando lanciano un nuovo progetto stringono i denti e rinunciano allo stipendio fino a che non hanno raggiunto il break-even. Sarà poco “poetico” e forse pure un po’ retrò, ma a loro piace così.

Come se questo non bastasse, l’idea di creare una piattaforma di crowdfunding investor first gli è venuta nel salotto di casa, non durante un party a Manhattan. E la prima sede è stata un piccolo ufficio, come capita spesso alle aziende che all’inizio hanno bisogno di risparmiare perchè nessuno gli regala soldi a babbo morto da spendere in sedi con la SPA.

Lo sappiamo che così la storia sembra un po’ più noiosa, ma nonostante questo (o forse proprio per questo) be’…PrePay è ancora qui!.
Siamo andati in pareggio molto presto, entro i primi mesi, nonostante il Covid e da allora abbiamo continuato ininterrottamente a crescere. Anche in questi giorni, nonostante la guerra in Ucraina e gli avvisi di recessione.

Adesso i nostri uffici sono più grandi, perchè è cresciuto anche il personale.

Aspetta, però. Forse stiamo correndo troppo… Avevamo promesso di raccontarti come è “nata” l’idea di PrePay e invece siamo già saltati alle conclusioni. Okay, ricominciamo da capo e andiamo con ordine.

Permettici innanzitutto di presentarti:

I founder di PrePay

I due ideatori di PrePay, si chiamano Pierluigi Benemerito e Antonio Fasanella e quando nel 2018 hanno avuto la prima idea di fondare una società di crowdfunding investor first, nessuno dei due aveva ancora compiuto 30 anni.

Pierluigi Benemerito
Antonio Fasanella

Entrambi, però, avendo cominciato a lavorare molto presto (una scelta anch’essa un po’ “old style”…) all’epoca avevano già alle spalle un percorso di carriera lungo due lustri.
Pierluigi aveva da poco fondato la sua TERZA azienda, tutt’ora attiva e in crescita nel settore della Green Economy, mentre Antonio dopo un periodo trascorso a Londra, lavorava in proprio nel marketing per il settore automotive. Non proprio due sprovveduti, insomma.

Li accomunava, oltre a un’amicizia cresciuta sempre più negli anni, anche una forte passione per gli investimenti e la finanza personale.

La notte porta consiglio.

Bene, ora che ti abbiamo presentato i nostri due founder, torniamo a parlare di come è nata PrePay. Allora, dicevamo che Antonio e Pierluigi sono appassionati di investimenti e esperti di finanza personale. È un particolare che “conta”, perchè è proprio confrontando le loro esperienze di investimento e parlando dei pregi e difetti delle varie piattaforme, che i due, nel 2018, si accorgono di un fatto curioso.

Le piattaforme di crowdfunding “tradizionali”, stranamente, sembrano prendersi più cura dei loro progetti, che degli investitori che li finanziano. Tutto, dai servizi alla user interface, alle comunicazioni è pensato per dare risalto e supporto ai progetti, più che agli utenti che in quei progetti investono i loro risparmi. E che quindi sono la vera causa del successo di quelle aziende.

Dalla constatazione di questa paradossale verità (in quale altro settore si è mai vista un’azienda che “trascura” chi investe su di lei?) è nata l’idea di PrePay, cioè di una piattaforma completamente “Investor first“, interamente costruita intorno all’investitore.

Antonio e Pierluigi ne parlano nel tempo libero dal lavoro, di sera e spesso anche di notte. Sviluppano l’idea, immaginano i servizi da includere, scartano qualche possibilità e intanto tengono d’occhio la concorrenza.

Vanno avanti così per quasi due anni e per tutto quel tempo i loro ragionamenti restano soltanto “teorici”.
In fondo ognuno di loro fa un altro lavoro, poi ci sono la famiglia, gli amici… insomma, manca loro il tempo per tradurre in realtà quell’idea che nel frattempo, notte dopo notte, si trasforma però sempre di più in un progetto

E poi arriva il lockdown.

Diciamola tutta. Se non fosse mai arrivato “il virus”, il progetto di PrePay sarebbe rimasto tale e questo articolo su come è nata la nostra piattaforma non sarebbe mai stato scritto.
Invece sul più bello, a marzo del 2020 arriva la pandemia e Pierluigi e Antonio, come il 90% degli italiani, si ritrovano chiusi nelle loro case, ad attendere che passi la tempesta.
Gli impegni mondani si azzerano, il lavoro diventa smart e mentre tutti ripetono che “andrà tutto bene”, le persone si ritrovano con molto più tempo libero.
C’è chi lo occupa facendo un corso di Yoga online, chi si barcamena come può tra bambini, dad e call a distanza e chi si compra un cane per uscire.

I nostri due protagonisti, invece, decidono di spendere questo capitale aggiuntivo di tempo per trasformare in realtà la loro idea.

Tra il dire e il fare…

Naturalmente per costruire una piattaforma come PrePay non bastano però un buon progetto e un po’ di tempo in più.

Sono necessarie anche competenze tecnologiche, permessi, strumenti per accettare e gestire gli investimenti, grafica. Insomma, tutte cose che costano e che non si possono fare in casa.

Pierluigi e Antonio dunque, si guardano intorno (virtualmente) e individuano prima di tutto una serie di investitori non istituzionali, ossia persone fisiche, che credano nel progetto.

Per partire non serve tutto sommato un capitale enorme e i due preferiscono non rivolgersi a banche e venture capital, per essere liberi di sviluppare la loro idea come meglio credono.
I “piccoli” investitori oltretutto saranno fondamentali non solo per raccogliere i fondi necessari alla realizzazione, ma anche per “validare” l’idea e il modello di business, sottoponendoli a un vaglio critico in modo spassionato.

Una volta individuati i soci e raccolta la somma necessaria per partire, i due “founder” iniziano a fare uno scouting per individuare un partner tecnologico in grado di realizzare l’infrastruttura della piattaforma e l’interfaccia utente.

Dopo aver vagliato le varie opportunità, alla fine scelgono GrowishPay, una scaleup che da molti anni è specializzata nella realizzazione e gestione di piattaforme per la raccolta e la redistribuzione di denaro.

A questo punto non gli resta che dotarsi di un gateway di pagamento per consentire agli utenti di versare, attraverso bonifici o carte di credito, le somme dei loro investimenti. La scelta – effettuata anche con il supporto di Growish – cade su MangoPay, una multinazionale leader nei pagamenti, che offre le indispensabili garanzie di sicurezza e continuità necessarie per un servizio di alto livello.

L’intero processo, che qui abbiamo descritto in poche righe, è durato in realtà molti mesi e non è stato certo privo di difficoltà e di ostacoli. Primo fra tutti il già citato lockdown, che impediva gli incontri di persona, costringeva tutti a estenuanti presentazioni online e last, but not least, rendeva se possibile ancora più lenta e tortuosa la burocrazia.

«Anche le incertezze sul futuro ci hanno messo i bastoni tra le ruote», ci ha raccontato Antonio Fasanella, in occasione della chiacchierata che abbiamo fatto per raccogliere materiale per questo articolo. «Forse ricorderete che durante i mesi più complessi della “prima ondata”, tra fine febbraio e giugno 2020, molti, dai giornalisti agli economisti, passavano il loro tempo a spiegare che: “Nulla sarà mai più come prima!” sottintendendo in modo nemmeno troppo velato, che sarebbe stato peggio. Di sicuro questo pessimismo, poi in gran parte rivelatosi per fortuna infondato, non ci ha aiutato a fare progetti con la serenità che avremmo voluto».

«Senza dimenticare che anche in lockdown entrambi abbiamo sempre continuato a fare il nostro lavoro “normale”, seppure in smart working» ha aggiunto Pierluigi Benemerito, «quindi le attività necessarie alla realizzazione di PrePay si sono sommate ai normali impegni lavorativi, per di più in una casa affollata di famigliari, tutti con le loro comprensibili esigenze. Ti confesserò che a volte concentrarsi e magari rispondere alle domande complicate di chi stava costruendo l’infrastruttura tecnologica, non era per nulla facile!»

Signore e signori, ecco a voi PrePay!

Antonio e Pierluigi, però, non si scoraggiano e “dribblano” una per una tutte le difficoltà. Così, poco alla volta il progetto prende forma, finché dopo oltre 36 mesi dalla prima idea, più di un anno di lavoro e tre diverse ondate di covid, a febbraio del 2021 la piattaforma è pronta!

L’inaugurazione di PrePay – anche per le nuove restrizioni dovute alla famosa “terza ondata” – avviene in sordina. Niente fanfare, né roboanti dichiarazioni d’intenti, solo qualche lancio sui social.

Però, il 20 marzo 2021 va in “onda” la prima campagna di raccolta. Si tratta di un progetto di riqualificazione energetica e l’obiettivo minimo è di 45.000 euro. Viene raggiunto in due settimane (metà del tempo stabilito), un vero e proprio record per un esordio, e si chiude in overfunding di oltre 7.000 euro.

Questo primo successo ha dissipato ogni dubbio su come stavano le cose.

PrePay era un’idea che funzionava!

E un anno dopo…

Oggi la nostra piattaforma è una realtà consolidata del panorama Fintech italiano.
15 mesi dopo “l’inaugurazione”, abbiamo raccolto oltre 800.000 euro, possiamo contare su circa 300 investitori attivi e abbiamo finanziato 10 progetti (in media uno ogni 45 giorni). Di questi, TRE progetti si sono già conclusi con la restituzione dell’intero capitale e degli interessi (pagati in anticipo, peraltro), da parte della azienda proponente.

L’ultimo progetto che abbiamo lanciato, inoltre, ha segnato il nostro esordio nell’industry del software, con il crowdfunding per “Pharma” un’app per dispositivi mobili dedicata alle farmacie, parafarmacie e sanitarie, che si è chiuso con successo da pochi giorni (abbiamo raccolto 47.885 euro con un overfunding di più di 7.800 euro sull’obiettivo).

Manchi solo tu!

Ora che ci conosci meglio e sai come è “nata” PrePay, cosa aspetti a entrare anche tu a far parte della nostra community di investitori? L’iscrizione è gratuita e l’investimento minimo per partecipare a un progetto è di 250 euro e tutta la documentazione la trovi sul sito.

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